Per una migliore comprensione dei personaggi, v’invitiamo a leggere gli episodi precedenti. A meno che non abbiate di meglio da fare…

La sveglia delle quattro e dodici fa sobbalzare Oskar, impavido corriere.
La sua prossima missione prevede tre consegne in Sicilia e la degustazione di un paio di cassate (con la esse).
Giù dalla branda! Dopo la doccia, ci va proprio un caffè lungo con un paio di Abbracci del Mulino Giallo. Veramente gli abbracci li gradirebbe umani con il contorno di un’amorevole compagna, ma per il momento di sposarsi non se ne parla. È troppo concentrato sul suo nuovo lavoro. Quando avrà accumulato la quantità giusta di BagCoins, allora ci si potrà pensare. Forse.
«Ehi, Alex! Dannazione… che ti piglia?»
Alessandra Magna, la sua nuova cagnetta. Raccolta in un’area di servizio, è per il momento l’unica donna di casa. Ora se ne sta distesa sulla schiena a zampe divaricate. Non ha una bella cera. Probabilmente la pappa abbondante di ieri sera e il cuscino di gomma piuma sgranocchiato come dessert sono stati la causa del suo aspetto devastato. Ma si doveva festeggiare il nuovo microchip e l’ingresso ufficiale nella famiglia.
«Mmmh… mi sa che stavolta ti lascio a casa, stai troppo di cacca» sussurra Oskar alla cagnolina. Peccato, la sua presenza nelle missioni è ormai diventata una piacevole abitudine.
Una buona dose di Amaro del Vicecapo nella ciotola dell’acqua, probabilmente le favorirà la digestione.
È la prima volta che resta da sola. Lascia il doppione delle chiavi nella buca di Teresa, la sua amabile vicina e le invia un whatsapp per chiederle di controllare la malatina pelosa.
Congedatosi da Alessandra Magna con una grattatina dietro le orecchie, Oskar salta sul furgone e dopo un paio di “brooom” si dirige verso l’autostrada, pronto a macinare il migliaio di chilometri che lo separa dalla sua meta. La Sicilia è l’isola più grande che c’è in Italia. Ma ignorate sicuramente che per estensione è la quarantacinquesima al mondo. Ora sapete una cosa in più.
Al casello si avvicina un uomo, vestito elegante, con una valigetta in mano. Ha tutta l’aria di essere un rompiscatole.
«Buongiorno, scusi il disturbo. Posso chiederle un favore?».
Ecco. Cosa vi dicevo? Prossima spesa, il Telepass, così si evita questo tipo di contatti. Oskar, un po’ infastidito, abbassa il finestrino.
«Prego, dica… ma veloce perché sono in ritardo» specifica con tono sbrigativo.
«Ho un importante appuntamento di lavoro a Genova e ho bisogno di arrivarci velocemente».
Il corriere non riesce a capire se il tipo scherza o se fa sul serio.
«E cosa le fa pensare che io faccia salire il primo che passa?»
«Perché se fa una buona azione è probabile che possa ricevere un premio in cambio. Sa, le strade del Signore sono infinite».
Questo non ci sta con la testa, ed è il caso di liberarsene il più presto possibile.
«Mi dispiace, io mi fermo a Santhià. Sarà per un’altra volta» mente il corriere.
«50.000 sono per lei se fa una variazione al suo itinerario».
Gli occhi di Oskar si sgranano come se avesse visto atterrare gli alieni in giardino. 50.000 sono tanti…
«Ha detto 50.000?»
«Ha capito benissimo» conferma l’ex sgradito autostoppista.
Ora il furgone sfreccia verso il capoluogo ligure, via Garibaldi 27, terzo piano, scala sinistra. Oskar, vergine ascendente vergine, un extravergine insomma, non è il tipo che ama gli imprevisti. Però, in questo caso…
«Piacere, Flavio Sbafatore» dice il tipo lucidandosi gli occhiali da sole.
Certo che un nome così non promette nulla di buono.
«Piacere, Oskar, impavido corriere».
Della serie “te l’avevo detto”: arrivati all’indirizzo dedicato all’eroe dei due mondi, Sbafatore tira fuori un mazzo di ambigue banconote.
«Ma questi non sono BagCoins, dannazione!»
«Certo che no, sono rupie indonesiane».
«Ma lei mi aveva promesso un bel po’ di soldi!?!» protesta Oskar con la faccia paonazza per l’indignazione.
«E questi cosa sono, fagiolini?»
Questa volta il corriere è rimasto fregato: 50.000 rupie indonesiane non arrivano nemmeno a tre dollari, al cambio di oggi. Del resto l’hobby preferito di Flavio Sbafatore è quello di sfruttare il prossimo. È scritto nel suo dna e anche sulla sua faccia. D’ora in poi Oskar imparerà a fidarsi maggiormente del proprio istinto.
«Spero che le venga la diarrea!» urla furibondo dal furgone, tornando sui suoi passi, anzi, sulle sue ruote.
«Grazie infinite, signore! Spero di rivederla presto…» lo sbeffeggia il furbacchione salutandolo con la manina.
Si è appena ripreso dalla fregatura, che parte la “Cavalcata delle valchirie”, la nuova suoneria che ha scelto per ricevere ogni volta una sferzata di energia.
«Ciao Teresina, tutto bene?»
«Mica tanto, Oskarino…»
«Alex sta ancora male?»
«Direi che si è ripresa benissimo. Per farmi le feste quando sono entrata, è saltata sul tavolino del computer che è caduto sulla mensola dei libri che sono franati sulla tua collezione di palle di vetro che si sono spaccate e hanno sparso neve dappertutto. Ora il tuo salotto sembra il villaggio di Babbo Natale a Korvatunturi in Lapponia eh eh…»
No, per Oskar questo non è proprio un giorno fortunato…